The Lord of the Rings: Return to Moria, recensione PC

The Lord of the Rings: Return to Moria è un videogioco sviluppato da Free Range Games e pubblicato da North Beach Games testato da noi su PC via Epic Games. In breve, stiamo parlando del nuovo gioco ambientato nell’universo fantasy del maestro Tolkien, un gioco di sopravvivenza e crafting, in cui il giocatore controlla un nano, che si ritrova intrappolato nelle Miniere di Moria, il regno perduto dei suoi antenati, dopo una catastrofe che ha separato la sua spedizione. Il gioco, come anticipa sicuramente il titolo, si ispira alla celebre saga di Tolkien, e in particolare alla parte de Il Signore degli Anelli in cui la Compagnia dell’Anello attraversa Moria, incontrando mostri, pericoli e misteri.

La storia e il fascino misterioso di Moria

Il punto di forza di The Lord of the Rings: Return to Moria è sicuramente l’atmosfera, che riesce a ricreare il fascino e il terrore di Moria, la città sotterranea dei nani, che nasconde segreti e pericoli in ogni angolo. Il gioco si svolge durante la Quarta Era della Terra di Mezzo, dopo la caduta di Sauron e la conclusione della Guerra dell’Anello, e segue le vicende di Gimli, l’unico nano della Compagnia dell’Anello, che ha deciso di riunire tutti i clan dei nani per riconquistare Moria dagli orchi e dai goblin che l’hanno invasa. Il giocatore interpreta uno dei nani, con tanto di personalizzazione del vostro nano: siamo stati chiamati da Gimli, ma ci troviamo intrappolati nelle viscere di Moria dopo un’esplosione che ha fatto crollare una delle gallerie. A questo punto dovremo armarci di buone doti di crafting e sopravvivenza per riuscire a ritrovare i compagni perduti e scoprire, esplorare e risolvere i misteri che si nascondono in quelle miniere ormai infestate.

La storia è raccontata attraverso dei filmati, dei dialoghi e dei documenti che il giocatore può trovare lungo il cammino, e offre una trama interessante e ben scritta, che si integra bene con il canone di Tolkien e che introduce alcuni elementi nuovi e originali. Il gioco è anche arricchito dalla presenza di alcuni personaggi noti, come lo stesso Gimli, che è doppiato dall’attore originale John Rhys-Davies, e che offre momenti di umorismo e di saggezza, e da alcuni camei di altri membri della Compagnia dell’Anello, che appaiono in alcuni flashback o in alcuni sogni. Il gioco è anche pieno di riferimenti e di omaggi alla saga di Tolkien, come la tomba di Balin, il pozzo di Pipino, il ponte di Khazad-dûm e il Balrog, vi ricorda qualcosa?

Il gameplay e la grafica

The Lord of the Rings: Return to Moria non è brillante sul piano videoludico e tecnico, accompagnato da un gameplay statico e semplicistico, classico nei metodi e modi dei generi survival e crafting: raccogliamo risorse (o distruggiamo pareti e altri oggetti trovati nel nostro cammino per ricavarne di nuove), costruiamo oggetti utili, cuciniamo, prepariamo e facciamo crescere le dotazioni del nostro personaggio in maniera da farlo evolvere nella storia e nell’esplorazione, ma occhio, che quando il nostro nano è messo al tappeto (che sia un’orda di orchetti o goblin o warg, o per sfinimento e malnutrizione), tutto quello che abbiamo raccolto verrà abbandonato per terra, e dovremo poi ritrovarlo.

Per ovviare a cedimenti dovuti alle temperature, alle avanzate dei nemici, alla mancanza di cibo e risorse, potremo costruire delle basi, dove riposare, depositare oggetti e accedere a delle stazioni di lavoro per creare oggetti più avanzati. Il gioco offre una progressione lineare ad obiettivi: esplorando le miniere in ogni anfratto, scopriremo sempre nuove aree, nuove risorse e affronteremo nuove sfide, in un totale di 10 capitoli e dove superiamo la quarantina di ore di gioco.

Gli aspetti di crafting e grinding sono piuttosto appaganti, dove si riscontra un po’ di meccanicità è nel combattimento: niente di eccezionale, anche per la ripetitività delle azioni dei nemici, quindi nulla più di parate, colpi, schivate. Tornando alle questioni più propriamente “Survival”, si riscontra un po’ di incertezza nel guidare il giocatore verso i necessari materiali, o ricette, generando un pizzico di frustrazione nel progredire.

La grafica del gioco ricerca lo stile realistico per poter avvicinare l’atmosfera e le ambientazioni dei film di Peter Jackson, possiamo dire che ci riesce in parte, non andando a curare il dettaglio a tuttotondo: i modelli dei personaggi, mostri e nani, non sono molto espressivi e diversificati, anche gli ambienti, volutamente oscuri, sono da smussare in parecchie delle angolazioni.

The Lord of the Rings: Return to Moria è sicuramente un gioco che si rivolge ai (tantissimi) fan de Il Signore degli Anelli, un omaggio per la saga di Tolkien con una storia interessante e un’atmosfera suggestiva, priva però di un gameplay all’altezza e di una grafica più dettagliata.

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