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Resident Evil Village, la nostra recensione


Resident Evil Village, ottavo capitolo della serie survival horror di Capcom. Iniziamo subito col dire che l’hype era molto elevato per questo titolo horror ricco di azione che rappresenta l’ottavo capitolo principale del pluripremiato franchise Resident Evil. Per di più, quest’anno, il franchise di Capcom, che, per inciso ha venduto oltre 107 milioni di unità in tutto il mondo, festeggia il suo 25° anniversario, quindi non era proprio il caso di sbagliare. Ma il rischio, la nota casa nipponica, se l’è preso comunque, andando ad affondare il coltello in quello che doveva essere, ed è, il sequel vero e proprio di Resident Evil VII: Biohazard.

Resident Evil Village, di fatto Resident Evil VIII, è a tutti gli effetti quanto di meglio si poteva ottenere in termini tecnici, grafici, di performance, di gameplay, per il survival horror più noto al mondo. E stavolta aggiungendo anche una ricca componente action, oltre agli immancabili ambienti terrificanti e personaggi corposi e vividi, che trasudano violenza e follia allo stesso tempo. In un contesto che rimane, sebbene ci eravamo già discostati leggermente dal filone narrativo del post-apocalittico segnato dalla fine del mondo a causa di virus che trasformano la gente in mostri, tipico della serie, ma che, come detto, riabbraccia quanto bene fatto con il settimo capitolo, quindi prima persona, immersione pressoché totale nel mondo horror con lo spettacolare RE Engine, alternanza di nascondigli, fughe, enigmi dfa risolvere, chiavi e oggetti da trovare e combinare, un mercante da soddisfare, sparatutto action e ovviamente tanta, tanta suspance, colpi di scena e paura.

La storia si evolve direttamente da RE7, quindi, Resident Evil Village continua la storia di Ethan Winters: Il malcapitato, dopo tre anni dalle tristi vicende che lo avevano visto coinvolto in Louisiana, riesce a sposarsi e ad avere anche una bambina, Rosemary. Ma proprio quando sembra l’idillio tra i coniugi Winters (anche se qualche avvisaglia specie sulla bambina c’era stata), irrompono Chris Redfield e i suoi uomini, che uccidono Mia e rapiscono la piccola.

Qui si giunge con il nostro, ormai eroe, Ethan, in un villaggio a dir poco tetro nel cuore della Romania. Qui ci fermiamo per non rovinare la storia a voi, ma vi basti sapere anche che nel corso della sua avventura per salvare sua figlia, Ethan incontrerà alcuni enigmatici personaggi (oltre all’eroe e veterano della serie Chris Redfield) e imponenti avversari come Lady Dimitrescu.

Le vicende di Ethan si evolvono stavolta in ricerche continue della figlia, che lo portano, non senza qualche dritta del simpaticone Mercante, a sbloccare la mappa del villaggio e visitare luoghi oscuri, tetri e spettacolari: dalla villa Dimitrescu, ricchissima di sfaccettature e particolari da nobiltà decadente alla tipica casa horror in quel della famiglia Beneviento (bambole, bambole terrificanti), a sotterranei oscuri e dove rimbombano i suoni e i versi più orribili, a boschi e paludi pieni di uomini-lupo, persino una fortezza da espugnare.

Insomma, oltre ai classici enigmi, ricerche di chiavi, accessi che la serie ci ha insegnato, siamo qui di fronte a un action shooter in prima persona dove la paura è costante, dietro ogni singolo cespuglio o mobiletto, sott’acqua e persino nei cieli, il tutto è reso stilisticamente perfetto da un lavoro certosino in termini di design di ambienti, di modellazione di personaggi, mimica, cut-scene, luci-ombre e soprattutto sound. Lo spettacolo dell’horror reso con un’immersività costante e totale.

A vicende che coinvolgono e fanno trattenere il fiato dall’inizio alla fine, la curiosità è subito esaltata dall’imperversare di un Chris Redfield addirittura assassino e rapitore, ogni boss da affrontare, prima della misteriosa Madre Miranda, ha una sua storia, una sua profondità, una caratterizzazione unica (anche se alcuni sono ovviamente presi da esempi più o meno classici del cinema e della mitologia, oltre alla novità Lady Dimitrescu, ci imbatteremo infatti in una bambola indemoniata, in una specie di mostro mammone che ci ricorda un po’ Super Sloth dei mitici Goonies, in una sorta di Van Helsing…e tanti Lycan), corrisponde un gameplay solido e un gunplay immersivo, efficace e appagante, sia nella scelta delle armi e nelle loro reazioni, sia negli effetti sui nemici e sulla sensibilità del giocatore. Possiamo ben dire che questo ottavo capitolo entrerà a far parte di una trilogia, come capitolo mediano che ha preso piede con le vicende di RE7 e che si concluderà con un nuovo capitolo. Non è confermato, ma non potrebbe essere altrimenti.

Resident Evil Village dà il benvenuto anche alla modalità di gioco Mercenari, richiestissima ed amatissima dai fan. Questa modalità extra è disponibile al termine della campagna e ha nuove funzionalità aggiuntive, offrendo ai giocatori ulteriori sfide e modi per godersi il villaggio una volta completato il viaggio di Ethan.

Resident Evil Village è il survival-horror shooter action in prima persona perfetto ad oggi. Senza cedimento alcuno, un’esperienza videoludica da stropicciarsi gli occhi, ma non teneteli chiusi per troppo tempo: La minaccia è sempre dietro l’angolo!

RESIDENT EVIL VILLAGE - REVIEW

Final Thoughts

Resident Evil Village è il survival-horror shooter action in prima persona perfetto ad oggi. Senza cedimento alcuno, un'esperienza videoludica da stropicciarsi gli occhi, ma non teneteli chiusi per troppo tempo: La minaccia è sempre dietro l'angolo!

Overall Score 95% VALUTAZIONE
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