Videogame Review 2018

Fist of the North Star: Lost Paradise, la nostra recensione


Con Fist of the North Star: Lost Paradise la leggenda di Kenshiro e delle sue avventure nelle terre desolate post-apocalittiche, la sua ricerca continua di Yuria (o Julia per noi vecchi fan del vecchio continente), il suo farsi largo tra delinquenti e antagonisti a suon di calci e pugni e, ovviamente, la sua maestria con le tecniche segrete della divina scuola di Hokuto, rivivono e si rianimano in una maniera che i fan di vecchia data non potranno non amare, ma anche gli amanti delle vicende, del design e del combat system della serie Yakuza.

fist of the north star lost paradise

Sì perché SEGA e il Ryu Ga Gotoku Team, dopo aver sfornato riedizioni (Yakuza Zero, Yakuza Kiwami 1 e 2) extra-lusso e nuovi capitoli a fortissimo impatto (Yakuza 6: The Song of Life) per la serie dedicata a Kazuma Kiryu e alla sua ascesa nelle famiglie mafiose nipponiche (le ultime due proprio quest’anno), non hanno risparmiato le proprie forze e si sono cimentati con un colosso, da noi noto da 35 anni, come Ken il Guerriero. I margini di non raggiungere obiettivi quanto meno accettabili c’erano e i rischi erano ampi. Ma SEGA ci stupisce e ci consegna un Kenshiro nel suo pieno delle forze e della vigoria, che trasmette e rievoca vecchie piacevoli sensazioni per noi amanti dell’anime. E lo fa introducendo le vicende di Ken all’interno di un contesto realistico, attendibile, divertente, legato a un design anime tradizionale ma al contempo nuovo, sfruttando l’onda lunga del picchiaduro Yakuza.

Infatti, in Fist of the North Star: Lost Paradise, troveremo un Kenshiro sempre dedito alla sua ricerca dell’amata Yuria, ma che si inserisce in una storia nuova e inedita, che parte proprio dalla sconfitta di Shin. Il nostro eroe e discendente della divina scuola di Hokuto dovrà continuare la propria quest raccogliendo informazioni e trovando indizi che lo portano nella città di Eden: qui entriamo in un microcosmo a forti tinte yakuziane, dove, per fare qualche esempio, non mancheranno digressioni narrative che vanno al di là della storia principale come la gestione di un Night o la cura dei malati presso l’ospedale di Eden, con tanto di mini-game e quest secondarie da poter seguire, mercati da esplorare e aree da ripulire.

Eden però non è sin da subito una meta per tutti, e lo stesso Kenshiro dovrà penare per farsi accettare all’interno di quel paradiso nascosto che è la città di Eden: lo farà facendosi arrestare, partecipando e vincendo nell’arena e conquistando la fiducia dapprima della guida reale e spirituale della città, Xsana, e poi anche del capo delle guardie cittadine, Jagre. Da qui in avanti, Kenshiro si avvicinerà sempre di più alla propria amata Yuria, ma prima di potersi ricongiungere con lei dovrà affrontare tantissimi pericoli e nemici, e al contempo ritrovare vecchi amici notissimi ai fan della serie.

Non approfondendo ulteriormente per non rovinarvi le sorprese in quella che è, a tutti gli effetti, una nuova storia dedicata al mondo di Ken il Guerriero, passiamo a vedere di che gioco stiamo parlando: un picchiaduro che prende a piene mani dalla serie Yakuza e rifunzionalizza il combat system, già vincente, perfezionandosi nelle tecniche della divina scuola di Hokuto di cui il nostro eroe è il discendente diretto. Se infatti da un lato troveremo tanti aspetti di combattimento che ricorderanno le gesta da strada di Kiryu, dall’altro lato resteremo stupiti dai colpi legati alla serie animata di Kenshiro, con tanto di Quick Time Scene spettacolari e ovviamente ricche di sangue (lo si potrà ridurre da un’opzione di gioco, per i più deboli di stomaco).

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A differenza di Yakuza, il nostro Ken non dovrà riempire una barra della concentrazione, ma…le sette stelle di Hokuto, che permetteranno di sbloccare la massima potenza del nostro guerriero. Combattimenti, cut-scene, ‘atatatatata’ che risuonano nell’aria, tutto è stato pensato per divertire ed appassionare vecchi e nuovi fan, in un contesto tecnico, di design e narrativo di altissimo profilo: Ken e i personaggi principali sono infatti portatori di un’arte in stile anime che tende ad avvicinarsi al realismo, modelli poligonali ottimizzati e definiti che trasmettono quel senso di equilibrio tra realtà e anime, sempre gradevole e mai eccessivo. A una qualità elevata e cura del dettaglio del character design legata principalmente ai protagonisti (Questo Kenshiro ne è la migliore espressione nel mondo videoludico fino ad oggi), a un combat system vincente, corrisponde un’esperienza di gioco pienamente appagante e che si rispecchia molto nelle scelte già azzeccate della serie Yakuza. Le differenze stanno nella crescita del potere del personaggio, dove dovremo sbloccare le abilità e le tecniche della divina scuola di Hokuto, e nella possibilità di sbloccare, raffinare e potenziare una serie di talismani, con tanto di disegni originali del manga, che aiuteranno il nostro eroe ad avere la meglio in determinate boss-fight.

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Tante novità inserite, che completano l’esperienza di gioco rendendola più varia e divertente, ma che ovviamente allontanano l’aspetto più puro che potrebbero ricercare i fan dell’anime: Si potrà vagare nelle terre desolate a bordo del fuoristrada, vincere gare e potenziare il proprio mezzo oltre che personalizzarlo come meglio preferiamo, si potrà giocare a baseball con tanto di ‘fuori-campo’ prendendo a mazzate i delinquenti in moto, in città, inoltre, potremo giocare al casinò, a poker o blackjack. Insomma, una serie di mini-game che ricordano molto i passatempi di Kazuma Kiryu, immersi in un contesto meno colorato e appariscente, per ovvie ragioni.

Nel complesso, Fist of the North Star: Lost Paradise è un titolo che convince e piace, che trasmette un senso di partecipazione alla storia di Kenshiro, che diverte sia nei combattimenti che nelle vicende secondarie, che coinvolge con la sua narrazione e che rispetta i fan di vecchia data con un art design di alto profilo. E poi, poter scaricare quell’ “atatatatatata” sul malcapitato di turno…

FIST OF THE NORTH STAR LOST PARADISE - REVIEW PS4

SVILUPPATORI 85%
STORIA 82%
GRAFICA 86%
GIOCABILITA' 85%
DURATA 83%
PERSONAGGI 84%
Final Thoughts

Fist of the North Star: Lost Paradise è un titolo che convince e piace, che trasmette un senso di partecipazione alla storia di Kenshiro, che diverte sia nei combattimenti che nelle vicende secondarie, che coinvolge con la sua narrazione e che rispetta i fan di vecchia data con un art design di alto profilo. E poi, poter scaricare quell' "atatatatatata" sul malcapitato di turno...

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